sabato 26 giugno 2010

Eirene, quindi pace.



La musica degli Eirene si assesta principalmente su sonorità etniche che si intrecciano con percorsi folk e rock: suoni della terra e dal mondo rivisitati in chiave classica e moderna, spesso avvolti da un vertiginoso crescendo ritmico che trova soluzione in quello che potrebbe definirsi nient’altro che etno-fusion.

I ritmi incalzanti e i testi curati in maniera tale da sfruttare a pieno il significato e la musicalità del vernacolo siciliano rimandano agli sbarchi saraceni, alle vie assolate e polverose dell’entroterra siculo, ai cortili accesi dagli ultimi pettegolezzi di quartiere.



Gli Eirene si esibiranno a Timpaviva, Giovedì 1 Luglio alle ore 21. È possibile ascoltare alcuni brani su http://www.myspace.com/eirenemusica.



Eirene, quindi pace.
Nessun riferimento alla sfera femminile (comunque da sempre fonte di riflessione, ispirazione e canto; e ammirazione) o ad un qualsivoglia avvenimento mondano: il nome viene dalla Grecia (rigorosamentemagna) ed è stato scelto, un po' di anni fa, dalla sempiterna voce del gruppo: Lorenzo. È da allora che si muove una piccola carovana musicale sicula dalla storia un po' contorta: un via vai di musicisti che, sotto gli occhi dell'onnipresente Lorenzo, si sono alternati apportando ognuno qualcosa di importante, dall'arte alla vita, nella radicata convinzione ca ccà non s'jetta nenti.
Fare qui storia sarebbe complicato: basta dire che l'Eirene oggi veste, oltre che Lorenzo, lo storico Stefano (chitarra solista - dopo Lorenzo il più presente), poi Seba (chitarra ritmica), Salverico (fisarmonica, marranzano), Alessio (percussioni, batteria, sgrusci) e, infine, l'ultimo arrivato Seby (basso e contrabbasso).
Musicanti molto coscienti di non avere molto in comune l'uno con l'altro (basta guardarli): a tutti, però, piacciono quelle storie piene di polvere e di luce, come un vecchio palco di un grande teatro, così hanno scelto di raccontarle, e, chiaramente, a modo loro, convinti che nello stesso tempo e allo stesso modo si possano fare danzare donne, fiamme e parole andate.
Tutto con la musica, madre, figlia e vestito del testo, la quale ha da poco trovato la definizione che, data la sua vaghezza, meglio si addice agli Eirene: di contaminazione. In effetti la musica di contaminazione per essere definita nei suoi contorni ha bisogno di così tante specificazioni da scoraggiarne, spesso, ogni richiesta: etnica, funky, rock, popolare, folk… Definizioni che, volendo, si avvicinano (perlomeno storicamente) l'una all'altra, ma che hanno ognuna un'identità: gli Eirene hanno scelto di sposarle tutte e tutte le volte che lo ritengano opportuno, grazie a quella coscienza del "non comune" che, se spesso è fonte di discussioni accese (a volte ardenti proprio), diventa così forza e collante. Un collante prettamente orientale-siculo e dalla matrice etnica del dialetto di marca acese (perché è dalle Aci che provengono cotali artisti).
Comunque, nonostante le umane divergenze, una cosa accomuna i sei Eirene: quel meraviglioso mondo femminile, motore mobile del mondo, che li porta a cantare, rivolti alla luna, di sirene, dimavare, di curtigghi, di Nedda.
" A mia mi dissi ca la notti è sempri scura: veni cu mia, non ti scantari unni ti portu ju…" (fonte)

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