Gli Arkham Asylum si esibiranno a TIMPAVIVA Sabato 9 Luglio.
Intervista a cura di Sisco Montalto e Giulio Di Salvo per Clap Bands Magazine.
Gli Arkham Asylum (Alberto Finocchiaro-chitarre, Marco Galati - Batteria, Luca Previti - chitarre, Francesco Toscano - Basso) band di Catania che fonde rock, jazz, funk, pischedelia e "follia". Giri distorti, armonie acide e atmosfere claustrofobiche che sanno di inquietudini e tormenti, che trovano sfogo ma neanche tanto nella musica mai scontata e sempre alla ricerca di nuove strade e percorsi, virate e cambi di rotta imprevedibili...
- Alberto come e quando nascono gli Arkham Asylum?
“Gli Arkham Asylum nascono per caso, una notte di settembre, in uno scantinato alla periferia di Catania, già tempio di altre esperienze musicali, dove tre amici si erano dati appuntamento per sfogare la propria necessità di creare musica.”
- Come siete arrivati a Timpaviva e cosa pensate della location immersa nella natura, questo mix di natura e arte?
"Un giorno abbiamo preso il toro per le corna, decidendo che i suoni sommersi, battuti e ribattuti dentro il nostro scantinato adibito a fucina di Efesto avevano bisogno di essere mostrati, recuperando la dimensione del palco, per nutrirci un po’ di questo. Timpaviva è un tappa di questa risalita.
Ci esaltava il fatto di poter suonare in un luogo come quello. Una linea tra il vulcano e il mare. Un luogo non lontano da casa. La possibilità di proporre la nostra musica. Il luogo è suggestivo e la manifestazione è molto interessante.
Energia e confronto. Ecco, il punto di partenza: cominciare a suonare fuori dal sottosuolo."
- Da cosa sono ispirati i vostri pezzi? Sembrano molto intimi e riflessivi dai titoli anche surreali se vogliamo..
"L’ispirazione viene un po’ da tutto, qualcuno di noi viaggia più su vie non molto formali, qualcun’altro è più con i piedi per terra: è così che un gioco di parole diventa il nome di un brano, o si riceve l’impulso dal fascino di un nome che ha dietro una storia o un significato preciso. Ci immergiamo nei contenuti delle nostre “letterature”, oppure si cerca di sconvolgere concetti comuni. Si cerca il suono, una strana inquadratura da proporre o un senso, nuovo, o in più. A volte tentiamo anche di riconoscere la “faccia” di una certa musica per dargli un nome.
È così che operiamo il battesimo, dopo il parto."
- ..e la musica?
"Per quanto riguarda la musica vera e propria, cerchiamo spesso di farci ispirare dal ritmo, che è un elemento su cui strutturiamo la nostra musica e, nello stesso tempo, un campo di ricerca, e da certe atmosfere, un po’ ombrose a volte, forse per indole più che per scelta. Fluiamo un po’dentro un canale con un amalgama di suoni che tocchino certi segreti punti interiori, e una potenza che dia volume e forma. L’ispirazione è sempre una cosa strana e incontrollabile. Puoi cercarla e può non arrivare.
Ognuno di noi poi è ispirato maggiormente da qualcosa: può essere un concerto di musica classica, certi suoni elettronici, un groove che spinge al ballo, o qualche costruzione armonica ricercata."
- Preferite più la dimensione live o da studio?
"Provare in studio è sempre un laboratorio aperto, ci confrontiamo su tutto, e questo è utile ma comporta anche dei dissidi: raffrontarsi sui gusti musicali, sulla differenza tra ciò che ti piace suonare e ciò che ti piace ascoltare, sulla resa e l’impatto sul pubblico, sul tipo di lavoro da affrontare, se e come bisogna prendere in considerazione “limiti” entro cui muoversi, su canoni e generi, sulle regole accademiche musicali e sulla loro abolizione. Ma una volta risaliti dal sottosuolo, come Orfeo, sicuramente preferiamo stare sul palco.
Dal vivo tutto questo non c’è, si dissipa: si può suonare bene o male, possiamo essere soddisfatti o meno della nostra esibizione,della resa della musica, ma siamo nello stesso spazio con altre persone, siamo collegati in questo senso.
Ci sentiamo allineati, respiriamo, siamo pronti a rigenerare tutte le fratture ancora esistenti, non è più una questione di senso, o di fuoco. E’ concentrare tutto su un’unica prospettiva comune."
- Come definiresti Arkham Asylum?
"Direi che siamo gli abitanti di un luogo un po’ estremo, dove vivono grandi impeti ed estasi, o ombre, voragini e vacuità. Un idea nel mondo delle idee. Un cartello impolverato su una stradina desolata, che ti incuriosisce, che sei capace di seguire perché ti ha ammaliato, ma dove rischi di non trovare nulla al tuo arrivo. Ciò nonostante speriamo di farvi confondere e smarrire, e di farvi trovare qualcosa che non vi aspettavate quando sarete arrivati."
- Album in uscita o che usciranno a breve?
"Abbiamo registrato due demo, cercando dei suoni che più ci soddisfacessero e ci appartenessero. Ci stiamo guardando intorno per cercare la collaborazione di qualche etichetta o produttore interessato alla nostra musica. Quindi se ce ne fosse qualcuno tra il pubblico ad ascoltarci e dovesse rimanere piacevolmente soddisfatto si faccia avanti!..."
http://www.myspace.com/ilmanicomiodiarkham
venerdì 1 luglio 2011
Musica dal vivo | Sabato 9 Luglio: ARKHAM ASYLUM
Etichette:
clapbands,
concerti,
intervista,
musica
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento